Crescita record dei costi dei materiali per le costruzioni

Per il mondo delle costruzioni, sia delle grandi opere pubbliche che dell’edilizia privata, gli ultimi due anni sono stati un vero incubo dal punto di vista dei costi. Ai costi spropositati dei materiali, si aggiungono i costi dell’energia alle stelle: più 788 % per l’energia elettrica e più 1.419 % per il gas.  Il settore delle costruzioni non trova pace, le imprese vivono una perenne crisi di liquidità che si traduce nell’impossibilità di produrre flussi di cassa, nonostante il governo abbia approvato ben due compensazioni per i maggiori costi subiti. Purtroppo, i ristori del 2021 faticano ad arrivare; molte imprese infatti non hanno ancora ricevuto l’apporto destinatogli dello Stato, e quelli del 2022, sono ancora molto indietro. Con le compensazioni che vanno a rilento, è inevitabile che le imprese entrino in sofferenza. Tanto quanto le imprese, anche l’edilizia privata che, sebbene tre anni fa fosse stata rilanciata con il Superbonus del 110 per centro sui lavori di riqualificazione degli edifici, vive ancora periodi di forte incertezza.

L’edilizia privata attraversa momenti di grande difficoltà

Il decreto Aiuti dello scorso giugno aveva reso nuovamente rivendibili i crediti acquisiti dalle banche che avevano finanziato l’opera realizzata con il Superbonus 110%. Tuttavia, la Circolare 23 imposta dall’Agenzia delle Entrate, ha posto nuove restrizioni non previste. Le banche devono infatti verificare la congruità del rapporto tra valore eseguito e valore dell’immobile. Ritardi nelle compensazioni e impossibilità di cedere i crediti fiscali alle banche rendono evidenti i problemi di liquidità che potrebbero portare, addirittura, alla necessità di sospendere i lavori. Nel privato è assente qualsiasi normativa che consenta un ristoro per l’innalzamento dei costi. Secondo quanto affermano l’Ance e Prometeia, l’esplosione dei costi ha visto un’accelerazione degli ultimi sette mesi a causa della crisi energetica in atto, tanto che stimano un maggior costo dei lavori di circa 35% rispetto a quanto previsto pochi mesi fa, calcolato sulla base dei prezziari attuali. Nonostante i prezziari siano stati aggiornati a metà del 2022, vista la situazione, sarà necessario un nuovo adeguamento dei prezziari regionali.

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